L'inutile adunata

Articolo

di

Venerio Cattani

 

 

Da molti anni ormai, quello che era ai miei tempi il mezzo principe, il clou della politica, la messa cantata della democrazia, cioè “il comizio”, è diventato uno strumento non tanto desueto, quanto inutile. Per dir meglio, è uno strumento autoreferenziale, parziale, interiore: cioè serve per radunare e incoraggiare quelli che già sono persuasi, i compagni e gli amici più stretti; ma non serve al dibattito politico e soprattutto non serve a cambiare un’opinione, a spostare un voto. Tipico l’esempio dell’adunata al Circo Massimo, del P.D. Una buona esibizione coreografica , una burba esibizione di forza, almeno apparente (la piazza era piena, fossero due milioni o trecentomila i presenti); una iniezione di fiducia per Veltroni; una totale inutilità politica. La situazione, il rapporto di forze, è oggi assolutamente lo stesso che era il giorno prima della manifestazione. Un’adunata di quelle dimensioni, può avere un effetto se viene portata nel momento giusto su un obbiettivo preciso. Ricordo le manifestazioni contro il Patto Atlantico, contro la legge-truffa; condivisibili o no, però l’obiettivo era concreto e chiaro. Il discorso di Veltroni è stato una serie di affermazioni di principio, alcune delle quali accettabili, altre ovvie, altre semplicemente sbagliate. Veltroni è un ottimo oratore: lucido, non ripetitivo, con un italiano assolutamente corretto. Ma non dice niente. Non c’e’ una proposta politica, ci sono degli assiomi moralistici. Che sono accolti favorevolmente da chi è pregiudizialmente d’accordo, ma che vengono contraddetti da chi ci ripensa qualche minuto dopo. La frase più applaudita e sottolineata del discorso di Veltroni, è stata la seguente: “Il paese è molto migliore della Destra che lo governa.” Bravo: e perché, la Sinistra è molto meglio del popolo italiano, la Sinistra è meglio della Destra? Una frase del genere, attira l’applauso (uno dei pochi che hanno sottolineato il discorso) ma non significa nulla. Durissima la critica a Berlusconi: comprensibile, ma tu cosa proponi? Niente. I giovani che hanno ragione, sulla scuola e sull’Università; no, i giovani hanno torto, e soprattutto hanno torto i loro professori. L’Università italiana non è da difendere, ma da azzerare, fa pena. E il torto della Gelmini è di essersi fermata alle minuzie della scuola elementare, e non aver preso di petto l’Università. L’adunata non è servita a rinsaldare e trasformare le alleanze. Veltroni ha ringraziato i partiti “alleati”, presenti nella cavea del Circo. Ma chi erano? La sinistra “radicale” completamente assente; i radicali pure; abbiamo visto solo i cosiddetti verdi (la Francescato, 0,5 per cento) e i cosiddetti socialisti (ma quali, quelli dello 0, 9 , ora dirotti agli infinitesimi); e un Di Pietro concorrenziale e incazzatissimo. Dei”teoremi” un tempo famoso, al quale Veltroni ha sacrificato tutto (l’Internazionale Socialista, i radicali, i PAC e la famiglia gay) si vedeva solo la Bindi. In compenso, ripetuti i richiami a Prodi, il cui solo ricordo fa accapponare la pelle dei residuati comunisti, che sono il cuore e la vera sostanza del P.D., perché il resto sono frattaglie. Ciò che esiste ancora è il vecchio PCI , e’ la CGIL, la Coop; e’ questo, coi loro miliardi e la loro secolare capacità organizzativa, che tiene in piedi quel simulacro che è il P.D. : cioè, il 33,5 di sempre, dal1948 in qua. “Il più grande partito riformista che ci sia stato in Italia”, dice Veltroni. Ma riformista di che? Che accetti i contratti aziendali, che accetti la riduzione-trasformazione della Pubblica Amministrazione, che proponga l’azzeramento-ripartenza dell’Università, che accetti la divisione delle carriere di magistrati, la revisione del processo, che dimezzi la spesa della malasanità. La grande crisi che stiamo attraversando, forse ci obbligherà a rivedere e riformare veramente tutto, nell’economia e nella società. Qui si vedrà davvero chi è riformista e chi è reazionario, il resto sono chiacchiere.